Abbiamo sempre vissuto nel castello
Primo Levi
Calvin è un soldato che lavora per la sicurezza informatica di una base militare. Vive in una villetta da solo perché la moglie lo ha da poco lasciato, portando via anche la figlia Cici; nella camera della bimba sono ancora ammassati i suoi giochi, assieme a tutti gli oggetti che a Calvin ricordano i momenti in cui era un padre ed un marito felice. Malgrado la situazione penosa in cui si trova, Calvin accetta di ospitare Terry, un vecchio compagno di scuola che non vede da anni. La fidanzata di Terry, Sabrina, è scomparsa improvvisamente nel nulla, e l’uomo ne è devastato; ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui, perché dalla disperazione si lascerebbe morire d’inedia. Calvin non è forse la persona migliore per badare a Terry, visto che lo fa dormire su un materasso nella stanza piena dei giochi della bambina, e gli lascia a disposizione una pistola, nel caso potesse averne bisogno; d’altra parte, si preoccupa perché il ragazzo mangi, lo spoglia quando arriva l’ora di dormire, e cerca come può di farlo svagare, anche se tende a parlare dei suoi problemi sentimentali con la ex moglie, argomento a dir poco inopportuno se rivolto a uno che non sa che fine ha fatto la fidanzata.
Accade poi che a diversi giornali venga recapitata una cassetta: è un filmato in cui viene mostrato l’omicidio di Sabrina ad opera di un ragazzo molto giovane, vicino di casa della ragazza. Il video diventa subito virale, e i detective arrivati appositamente da Chicago per parlare con Terry consigliano a Calvin di tenerlo lontano da internet e tv, per evitare che il ragazzo, già stravolto, possa compiere un gesto estremo. Ma per quanto Calvin si sforzi di proteggere Terry, non riesce a bloccare il resto del mondo, che irrompe brutalmente nella loro vita: i giornalisti assediano la casa del soldato e quella della sorella di Sabrina, e la notizia diventa argomento di conversazione su media e web. Nei forum vengono discussi i dettagli investigativi: si contestano le verità ufficiali fornite dalla polizia, ipotizzando il coinvolgimento di un fantomatico governo ombra che coinvolge vittime civili per scopi oscuri, fino a dubitare dell’esistenza della vittima stessa. Le follie complottiste mineranno la stabilità psicologica di entrambi i protagonisti, influenzando il corso delle loro vite.
Il disegno lineare ed essenziale di Nick Drnaso, fumettista americano classe 1989, rimanda una forma di narrazione pulita ed oggettiva, in netto contrasto con la crescente distorsione della realtà di cui sono vittime Calvin e Terry con il procedere del racconto. Se la rappresentazione dei volti dei personaggi è tendenzialmente poco espressiva, in linea con la semplicità della figurazione, il crescendo di follia e disperazione è reso abilmente dai dialoghi dei protagonisti, sempre tesi ed in imbarazzo, incapaci di esprimere le emozioni e di consolarsi vicendevolmente, sepolti dai vaneggiamenti di chi ricerca verità alternative. Una storia in cui ci si identifica non tanto nei protagonisti, alienati da se stessi prima ancora che da quello che sta accadendo loro, ma nella vicenda, più attuale che mai.
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