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Momenti straordinari con applausi finti

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Cosa accade ad un comico che prende coscienza dell’imminente morte della madre? 

Come elaborerà il dispiegarsi dell’Evento con la E maiuscola; quello che pone fine dell’età dell’esser figli, che segna l’inizio dell’era dell’autosostentamento prima di tutto psicologico, ossia privo delle raccomandazioni, dei rimproveri, delle rassicurazioni, delle correzioni di rotta, che fanno della madre, amata o odiata, vicina o lontana, il contrafforte della nostra esistenza?

Se il comico in questione è Silvano, alter ego di Gipi – e non occorre leggere le interviste rilasciate dall’autore per capire quanto in questa storia ci sia di autobiografico – si cercherà di pensare a tutt’altro: al brodo primordiale, allo sbarco sulla spiaggia di Omaha o Simo Hayha, cecchino Finlandese detentore del record di soldati russi ammazzati; tutto serve a non fare i conti con il fatto che “la mamma sta morendo”, anche se “lo sapevamo che sarebbe successo”, e c’erano delle notti in cui “ al solo pensiero non riuscivamo a dormire”. Un bambino dorato costringe Silvano a fare i conti con se stesso e a non rifuggire i propri sentimenti, anche se dolorosi e ambivalenti; si, perché la mamma era spesso lontana, rinchiusa in una sofferenza causata “dalle buie circostanze della vita”, ma era anche capace di amore e affetto verso il figlio, e di appellarlo con un sorprendente “oh bello!”, dal suo capezzale della casa di riposo.  

Silvano si immerge da adulto nella nera acqua “di allora”, quella morta, silente, muta alle domande sui perché dell’esistenza; ne risale nelle ultime pagine nelle vesti di bambino dorato, ignaro e schiamazzante, felice di dire alla mamma che, malgrado l’onda che l’ha tirato sotto, “è sopravvissuto”.  

Gipi denuda il momento di profonda crisi del suo protagonista, che arriva al punto di usare la morte della madre come meccanismo comico di uno spettacolo per tacitare la sua “angoscia totale”; le reazioni scomposte di rabbia e le piccole gioie (come quando Silvano si rende conto che la madre può sentirlo e gli risponde, se parla a voce sufficientemente alta) non possono che farci partecipi del suo lutto, e di essere confortati nel momento in cui realizza di essere riuscito, malgrado tutto, ad andare avanti. 

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